C’erano molti dei ragazzi che vinsero lo scudetto nel 1976, assieme a suo nipote Giorgio Garbero, all’inaugurazione della mostra “Orfeo Pianelli e l’ultimo tricolore” ieri pomeriggio al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata di Grugliasco.
Claudio Sala, Roberto Salvadori, Eraldo Pecci e Luciano Castellini oltre a Giorgio Puia hanno ricordato, non senza un briciolo di commozione, l’artefice di quello che ad oggi resta l’ultimo tricolore nella storia granata.

 

“Per mio nonno Orfeo il Toro non era solo una squadra di calcio, acquistata innanzitutto per passione; con i ragazzi di quel gruppo si era creata una vera e propria famiglia, ed è sempre molto bello ritrovarsi. Ricordo con piacere gli allenamenti al Filadelfia, che andavo a seguire da piccolo con lui.Proprio questa mattina ero al Fila, dove ho dato la mia personale adesione affinchè nel nuovo stadio ci sia un seggiolino a nome Pianelli. Lo considero una sorta di investimento, innanzitutto sui miei figli; spero diventino granata e non tifosi dell’Anderlecht, visto che da ormai da diverso tempo vivo a Bruxelles con tutta la famiglia”
Intenso anche il ricordo di Eraldo Pecci, con cui Pianelli ha avuto fino all’ultimo un rapporto profondo e speciale: “Con Orfeo c’era molto affetto, lui è stato più di chiunque altro il mio Presidente. Il Toro è unico, nel bene e nel male. Solo noi potevamo perdere l’anno successivo lo scudetto, un camponato con 50 punti; ma sono sicuro che se noi avessimo fatto 60 punti, loro di certo ne avrebbero fatti 61”.

 

Infine Luciano Castellini, felice di “aver fatto parte di un grandissimo gruppo” e Claudio Sala che, ricordando Pianelli, parla di “un uomo lungimirante, che aveva in testa innanzitutto il bene del Toro”
Ottima cornice di pubblico, per una squadra che è ancora nel cuore di tutti noi, nel ricordo del Presidente più vincente della storia, appena dietro al grande Ferruccio Novo.

 


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